Una lettera. Poche, terse parole: differenze sul contenuto editoriale e divergenze strategiche. Nulla di più. Ma il di più è tra le righe di quella missiva. James Murdoch, un tempo tra gli eredi designati d’una delle dinastie nei media che hanno fatto la storia del business e della politica globale per decenni, sbatte la porta in faccia alla famiglia. Rompe ogni restante legame con News Corp, lasciando la sua poltrona nel consiglio di amministrazione del gruppo. Un gruppo che, nonostante sia l’ombra di se stesso dopo la cessione di gran parte delle attività cinematografiche e media alla Disney, conserva tuttora una rara influenza politica. Che utilizza spesso a favore del Presidente Donald Trump e di correnti conservatrici e ultra-conservatrici che James ha voluto sconfessare.
Il raro peso dei Murdoch è indubbio nell’immaginario collettivo: ispira saghe sul piccolo schermo, ultima lo show di Hbo, Succession. Ed è fuor di dubbio nella realtà: controllano con News Corp asset quali il Wall Street Journal e il New York Post negli Stati Uniti, il Times e il Sun in Gran Bretagna e testate in Australia. La famiglia inoltre controlla, in America, il popolare canale Fox News, i cui show di punta sono i megafoni più efficaci del Presidente Donald Trump.