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sabato, 27 Luglio 2024

Verna: “Riforma per le leggi sui giornalisti”

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Il presidente nazionale del Cnog chiede una riforma della legislazione sull’Ordine e sulla professione stessa. 

Le leggi che regolano il mestiere giornalistico risalgono a 58 anni fa e nel ‘900 il ruolo del giornalista era diverso. Dunque, ha spiegato il presidente dell’Odg Carlo Verna, urge una revisione per aiutare i professionisti ad uscire dallo stallo attuale.

Dichiarazioni forti, rilasciate durante l’incontro “Stampa, Etica e democrazia” promosso in Senato dall’Uspi con la presenza anche del sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles, che ha ribadito il suo impegno su salvataggio Inpgi, tavolo sul precariato e recepimento della direttiva Ue sul copyright.

Una riforma per difendere la Costituzione

“Credo – ha commentato Verna – che occorra una nuova legislazione sull’Ordine dei Giornalisti: quella attuale è del 1963, 58 anni fa. Mentre con il web è in atto un cambiamento epocale. Vanno affermati dei principi che in qualche modo la Carta Costituzionale contiene, mettendo insieme gli articoli 3 e 21. Quale uguaglianza ci può essere se non si è edotti su tutto ciò che accade nella nostra società?. Il nostro ruolo dev’essere di soggetti portatori di un bene pubblico, ma anche di medici contro le fake news. Disinformazione, falsa informazione e propaganda sono fenomeni da abbattere”.

“Redazione desertificate, l’Inpgi affonda”

E’ cambiato radicalmente, in poco meno di sessant’anni, il compito e il ruolo dei giornali, oggi luoghi sempre più solitari come ha spiegato ancora Verna: “Nel 1963 si pensava che i giornali fossero le navi scuola, ma oggi le redazioni sono desertificate”. E a Moles ha detto : “Noi ci aspettiamo molto da lei, perché rappresenta un governo istituzionale. Siamo in un contesto nel quale ci sono le condizioni per fare degli accordi sulle regole. Dobbiamo muoverci da questa palude in cui ci troviamo in un contesto di polverizzazione dell’offerta editoriale. Bisognerebbe cominciare dall’equo compenso, serve subito un tavolo per le regole dell’informazione, non si può più attendere, anche perché l’Inpgi sta affondando”.

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