Da Bari a Firenze, da Potenza ad Aosta, Milano, Napoli, Genova, Trento, Verona e non solo. Dopo la mobilitazione di Roma, il 20 maggio, i giornalisti delle Associazioni regionali federate nella Fnsi sono tornati in piazza nelle principali città d’Italia per chiedere alle istituzioni un patto per dare piena attuazione all’articolo 21 della Costituzione, per difendere la libertà di stampa, per tutelare l’indipendenza della categoria e la dignità del lavoro di chi ogni giorno, tra mille difficoltà, si sforza di assicurare ai cittadini una informazione puntuale, affidabile, completa e plurale, nel rispetto del diritto ad essere informati garantito dalla Costituzione.
A Napoli, ad esempio, il Sindacato unitario giornalisti della Campania ha organizzato un flash mob con il consiglio direttivo che è stato convocato in piazza del Plebiscito e ha consegnato al Prefetto Marco Valentini il documento con le proposte della Fnsi.
«Vogliamo che il Governo si occupi della vertenza Informazione. In Italia se ne parla solo quando si tratta di tagliare i fondi per il pluralismo. Per affrontare il tema del carcere per i giornalisti, proprio dalla Campania, abbiamo dovuto rivolgerci alla Corte Costituzionale – afferma il segretario del SUGC, Claudio Silvestri – È evidente che in questo Paese la libertà di stampa non sia un tema all’ordine del giorno».
«Chi decide di fare questo mestiere oggi in Italia rischia troppo: un lavoro precario, risarcimenti giudiziari, sicurezza personale. Per la politica i giornali vanno bene quando fanno inchieste sugli avversari e vanno malissimo quando si occupano degli amici e per questo restano sempre e comunque un bersaglio. Lavoriamo senza paracadute – ha detto il consigliere nazionale della FNSI Gerardo Ausiello – Una stampa libera è una garanzia per la democrazia e la libertà di tutti. Questa non è una battaglia corporativa».