Un sistema duale per la governance della Rai, simile a quello delle Fondazioni, con un Consiglio di sorveglianza ed un Comitato di gestione. È quanto prevede la proposta di legge del gruppo di Leu alla Camera illustrata nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio dal capogruppo Federico Fornaro e da Guglielmo Epifani.
L’obiettivo della proposta è «affrontare una questione irrisolta», vale a dire quella di «tenere distinti l’indirizzo del servizio pubblico e la gestione aziendale». La Rai, ha osservato Fornaro, «è una azienda a tutti gli effetti, ma svolge anche un ruolo di interesse pubblico nell’informazione che va oltre l’assetto di una Spa». Nel sistema monistico, come quello attuale, «le due dimensioni si mischiano».
Nel dettaglio, la proposta prevede un Consiglio di sorveglianza composto da 15 membri, il cui presidente è nominato dai presidenti di Camera e Senato, mentre gli altri lo sono dagli stakeholder della Rai: 3 dalla Camera e 3 dal Senato, con almeno uno espressione delle minoranze per entrambe le Camere; e ancora 2 membri ciascuno rispettivamente dall’Assemblea degli azionisti, dalla Siae dalla Crui a cui si aggiungono due rappresentati dei lavoratori, di cui uno giornalista.
Il Consiglio di sorveglianza nomina e revoca l’Amministratore delegato e due altri componenti del Consiglio di gestione, che a sua volta ha i poteri classici del Consiglio di amministrazione, come quelli sulle nomine interne. Il Consiglio di sorveglianza nomina inoltre un Comitato di controllo interno, i cui membri interni devono avere dei profili professionalizzati.
L’obiettivo, dunque, è «creare una intercapedine forte tra indirizzo e sorveglianza e gestione». Inoltre rispetto all’attuale governance «non c’è lo strapotere della maggioranza politica di turno né dell’amministratore delegato, che ha due altri componenti del Comitato di gestione».
Fornaro ha sottolineato che al punto 14 del programma di governo si prevedeva una riforma del sistema radiotelevisivo e della governance della Rai. La proposta di Leu serve dunque ad aprire il confronto e, ha auspicato Fornaro, «anche un ampio dibattito pubblico». (Ansa)